martedì 5 maggio 2009

Comunicato FIM e FIOM: “ ACCENT ACCETTI IL CONTRATTO DI SOLIDARIETA’ IN VISTA DI ERZELLI. NON SI BUTTINO I CERVELLI NELLA PATTUMIERA”

Tutti i lavoratori di Accent, per la prima volta dal giorno dell’apertura aziendale nel 1993, il 30 aprile scorso hanno fatto sciopero. Otto ore di protesta proclamati congiuntamente da FIM-CISL e FIOM-CGIL – che nel merito sanno essere uniti - con un presidio davanti alle sedi di Genova, Pavia e Vimercate, per dire no al licenziamento di 19 ingegneri elettronici e per rilanciare alcune proposte di buon senso, rigettate nei giorni scorsi dall’azienda, in vista dell’incontro del 6 maggio in Assolombarda.
Lo stato di crisi in cui versa il settore della microelettronica europea è noto, ma la risposta non si può limitare ad una “visione commerciale” di breve termine che non tenga conto di un piano industriale strategico, non si può optare per la mera delocalizzazione in Cina delle attività e per il cambiamento di business verso la semplice compravendita di silicio, schede elettroniche e microchip. Accent può e deve continuare a operare con la professionalità e le conoscenze che la contraddistinguono nel suo mercato di riferimento, perché se è vero che è un’azienda in crisi tra le tante, è altresì vero che tra le tante è un po’ unica.
Un esempio per tutti: Accent progetta e realizza un microchip che inserito all’interno delle gomme dell’automobile, è in grado di segnalare lo stato di rischio al sistema elettronico centrale e prontamente si attiva con il guidatore il sistema frenante dell’automobile. Senza questo prodotto di alta qualità, che rende più sicura la guida e più competitive le società italiane del settore, è chiaro che non si “schianterà” solo Accent.
Il sindacato, dopo un’attenta disamina, ha chiesto all’azienda di utilizzare i mezzi disponibili per far fronte alla crisi. Non solo quegli ammortizzatori che possono aiutare Accent a superare questo momento difficile, come ad esempio il contratto di solidarietà che offre flessibilità e sgravi fiscali all’azienda e un migliore recupero retributivo e contributivo per i lavoratori che si riducono lo stipendio, ma anche la richiesta di finanziamenti pubblici straordinari per la crisi, quelli specifici dedicati a formazione e riqualificazione del personale, quelli europei destinati ad aziende con sedi in zone disagiate.
Nell’incontro di oggi – ieri per chi legge - con l’Assessore al lavoro Vesco, in Regione Liguria, è stato assicurato l’interessamento per un’azienda di nicchia che ha nella ricerca e sviluppo, nella progettazione di qualità, e nelle singolari capacità dei singoli lavoratori gli ingredienti essenziali per inserirsi a pieno titolo nel distretto dell’elettronica e nel parco tecnologico degli Erzelli. D’altronde come potranno Finmeccanica, ST Microelectronics, Ericsson o Fincantieri essere flessibili e competitive se sparirà l’indotto di riferimento al momento della ripresa?
Se Accent ha un piano industriale lo presenti, se nel 2008 ha saputo chiudere il bilancio con un fatturato record le potenzialità ci sono, se oggi la comunità locale la sostiene siamo convinti che ce la può fare. Ma non si può svendere questo patrimonio, perché pensare di buttare “i cervelli nella pattumiera”, oltre all’evidente dramma sociale, renderà certamente più lunga e faticosa l’uscita dalla crisi e il percorso di ripresa del mercato.

GENOVA, 4 maggio 2009

Lorenzo Rizzo Bruno Manganaro
Segreteria FIM- CISL Genova Segretario FIOM – CGIL Genova

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